Интервью председателя оргкомитета архитектурно-дизайнерского конкурса «Золотой Трезини» Павла Чернякова порталу Russianews.it на итальянском языке.

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Il Presidente del concorso di architettura e design “Golden Trezzini” racconta dello zar Pietro il  Grande come arbitro, spiega perché l’architettura è l’arte e come la statuetta di Domenico Trezzini è diventata l’Oscar per gli architetti…

– Per favore, ci racconti di Lei…

– Mi chiamo Pavel Chernyakov, vivo a San Pietroburgo e presiedo il comitato d’organizzatore del concorso internazionale di architettura e design “Golden Trezzini” (https://goldtrezzini.ru/ ). Nel tempo libero dal concorso faccio il caporedattore della rivista mensile “Galleria di belle case e appartamenti”, mi piace anche viaggiare e fotografare.

– Come è nata l’idea del concorso “Golden Trezzini”?

– Nel 2017 mentre lavoravo con materiali d’archivio per un articolo sulla storia dell’architettura di San Pietroburgo, ho scoperto con la grande sorpresa che lo zar russo Peter I non solo ha inventato la città in cui vivo, ma è diventato anche l’organizzatore del primo concorso di architettura in Russia per il miglior progetto per la costruzione del edificio governativo dei Dodici collegi emanando per questo un decreto speciale:

“Costruire l’edificio di tutte i dodici collegi con l’Audientia e il Senato, per fare le fondamenta equamente con la terra, e non creare le facciate sopra la terra fino a quando Sua Maestà imperiale non si degnerà di firmare con la propria mano un disegno scelto tra i vari; e per comporre quei progetti dare una misura a quegli architetti, in modo che ognuno faccia la propria invenzione con ornamenti, e per quello decreto di Sua Maestà Imperiale le misure della soprannominata costruzione dei collegi io ho già dato agli architetti in varie tempi”.

Al concorso hanno partecipato gli italiani Bartolomeo Carlo Rastrelli (1678—1744), Gaetano Chiaveri (1689—1770) e Nicola Michetti (1675—1758), l’olandese Steven van Zwieten (da 1722 a San Pietroburgo), il francese Nicolas Pineau (1684—1754), il tedesco Leonard Theodor Schwertfeger (circa 1680 – dopo 1738) e gli svizzeri Nicolaus Friedrich Härbel (morto nel 1724) e Domenico Andrea Trezzini (1670—1734), nato in Ticino.  L’imperatore russo si rivelò un severo arbitro architettonico. Nessuno dei progetti in competizione non è stato completamente approvato. Pietro I ordinò la costruzione del primo piano dell’edificio di Dodici Collegi secondo il progetto di Trezzini, e i piani superiori secondo il progetto di Schwertfeger. Ma visto che Schwertfeger riuscì a sfuggire alla realizzazione dell’opera (sorprendente che si poteva dire di “no” all’imperatore stesso!), la costruzione dell’edificio di Dodici collegi fu completamente supervisionata da Domenico Trezzini, e dopo la sua morte avvenuta nel 1734 il lavoro prosegui Carlo Giuseppe Trezzini (1697- 1768), nipote e genero di Domenico.

Il principale svantaggio primo concorso russo di architettura era che fu annunciato non prima, ma dopo l’inizio della costruzione dell’edificio di Dodici collegi, che era stato realizzato secondo il progetto iniziale di Domenico Trezzini. E il vantaggio principale è che anche dopo il concorso il geniale ticinese rimase l’architetto e il costruttore dell’edificio.

Il decreto della formazione dei Dodici collegi fu firmato da Pietro I il 23 dicembre 1718. E ho pensato che sarebbe una buona idea 300 anni dopo istituire un premio o un concorso di architettura, chiamato in onore dell’architetto, che non solo costruì i Dodici Collegi, ma divenne anche il primo architetto di San Pietroburgo! Così è nato il concorso “Golden Trezzini”.

– Come si forma la giuria e si svolgono le votazioni?

– Prima di parlare della formazione della giuria, è necessario spiegare una cosa importante. Non volevamo duplicare i concorsi di architettura esistenti, che oggi ce ne sono molti. Secondo uno dei motti del concorso “L’Architettura è l’Arte”, la principale “specialità” del “Golden Trezzini” diventò il fatto che l’architettura fa parte di una cultura artistica, come la pittura, l’arte grafica o la scultura. Secondo la nostra idea ogni membro della giuria dovrebbe scegliere non solo il miglior progetto architettonico o di design, ma il progetto, che, a suo avviso, potrebbe essere considerato una vera opera d’arte.

Il tempo ha dimostrato che una tale impostazione è quella più richiesta. Secondo uno dei membri della giuria, l’architetto emerito della Russia Andrei Bokov, non solo la Russia è interessata a restituire l’architettura alla cultura dell’arte, ma è importante per il mondo esterno, è indispensabile oggi per lo stato della professione.

Ora torniamo alla giuria. Fin dall’inizio, abbiamo deciso che non avremmo costruito il concorso “Golden Trezzini” come una torre d’avorio dove gli architetti giudicano gli architetti. Attualmente la giuria del nostro concorso è un nuovo tipo di comunità internazionale di esperti che riunisce professionisti dell’architettura, del design, del restauro e dei lavori museali, rappresentanti dei circoli diplomatici e aziendali, dei media, del governo, dell’ambiente accademico ed anche artisti.

La votazione si svolge online, ogni membro della giuria ha un nome utente e una password per accedere a una sezione speciale del sito per valutare ciascun progetto. Nel 2019 il lavoro dei concorrenti è stato valutato da 71 esperti della giuria internazionale, presieduto dal Roger M. Kull, Console Generale di Svizzera a San Pietroburgo. I vincitori del concorso sono stati 18 vincitori nelle categorie principali, nonché 17 vincitori nelle categorie speciali. I risultati delle votazioni sono stati verificati e approvati dall’auditor lo studio legale Borenius.

– Quali difficoltà sono sorte durante il concorso?

– Avevamo un obiettivo ambizioso: identificare progetti architettonici che possano essere considerati opere d’arte. E subito è nata la domanda: e poi? Bene, consegneremo ai vincitori le statuette dorate di Domenico Trezzini e i diplomi, scriveremo un comunicato stampa sul’evento… Sicuramente questo non è abbastanza. Se un gruppo così autorevole di esperti come la nostra giuria ha definito questo o quel progetto un’opera d’arte, allora questo progetto dovrebbe appartenere al museo. E un tale museo è stato trovato! Il nostro partner generale è il Museo Statale di Storia di San Pietroburgo, che ha una ricca collezione di grafica architettonica dei secoli XVIII-XX. Nella primavera del 2020, una mostra dei vincitori del concorso Golden Trezzini-2019 si terrà a San-Pietroburgo nella Fortezza di Pietro e Paolo nel Rivellino di San Giovanni, dopo di che i progetti di tutti i vincitori del concorso rimarranno nella collezione del museo.

– Ai tempi di Trezzini esisteva uno stile chiamato Barocco di Pietro, come si può chiamare oggi lo stile dell’architettura moderna di San Pietroburgo?

– Secondo me, viviamo in un tempo così eclettico che qualsiasi discorso sugli stili contemporanei è semplicemente ridicolo. E non importa di cosa si tratta: pittura, architettura, musica. Dopotutto, anche la musica una volta era barocca. E adesso? Se parliamo di compositori contemporanei di Pietroburgo, per esempio mi piacciono le opere di Vladimir Rannev, membro della giuria del concorso “Golden Trezzini”, ma è complicato definire lo stile di musica che lui scrive. Torniamo invece all’architettura. Se dicessi a Domenico Trezzini di essere il fondatore del barocco di Pietro, potrebbe arrabbiarsi: “Come mai sono stato chiamato ‘bizzarro’?!” In effetti, la stessa parola “barocco” per l’architetto di lingua italiana di quel tempo aveva un significato completamente diverso. (Dizionario Treccani: Dalla fine del Seicento, l’aggettivo francese baroque, tratto dal portoghese barroco /irregolare, riferito alla forma della perla scaramazza/, acquisì il senso generico di «stravagante», «bizzarro»).

Naturalmente Trezzini non ha potuto leggere il libro di Heinrich Wölfflin “Rinascimento e barocco”, scritto nel 1888, per capire che non si dovrebbe essere offesi dalla parola “barocco”. Se parliamo dei tempi di Trezzini, quel stile dell’architettura era di solito chiamato “alla maniera pietroburghese”. Esiste adesso uno stile “alla maniera pietroburghese”? Lasciamo le risposte a questa domanda ai nostri discendenti. Ricordo che  i diplomati del concorso “Golden Trezzini 2018” l’architetto Danil Veretennikov e i suoi colleghi, il critico d’arte Alexander Semyonov e l’urbanista Gavril Maliche, hanno proposto dare il nome “il romanticismo capitalista” allo stile dei singoli “capolavori” dell’architettura di San Pietroburgo costruiti negli ultimi 30 anni.

– La professione di architetto è cambiata molto dai tempi di Domenico Trezzini, adesso si usano i computer e le nuove tecnologie. Com’è secondo Lei il futuro nel lavoro di un architetto e quale sarà il suo ruolo nella società?

– Anche se sono il presidente del comitato del concorso, non sono un architetto e nemmeno un membro della giuria del nostro concorso e penso che questo problema non rientri nelle mie competenze. Posso soltanto sognare che in futuro il ruolo dell’architetto nella realizzazione dei propri progetti diventerà molto più significativo. Soprattutto nella supervisione del cantiere. E i computer e le nuove tecnologie, purtroppo, non contribuiscono affatto a questo mio sogno. Fino a quando l’intelligenza artificiale non inizia a bloccare tutti i dispositivi elettronici di un commerciante, mutilando un progetto architettonico approvato al fine di risparmiare budget e massimizzare i benefici. È vero, ora c’è una discussione attiva sulla nuova edizione della legge sulle attività architettoniche, che sembra aumentare lo status di un architetto, ma finora questo è solo un disegno di legge.

– Molti giovani prendono parte al concorso Golden Trezzini. Quanto è difficile per i giovani architetti mettersi alla prova e in che modo il concorso Golden Trezzini li aiuta?

– Siamo i primi a San Pietroburgo a riunire studenti, architetti e develloper sullo stesso palco. Pertanto, eleviamo gli studenti al livello di maestri riconosciuti. In questto modo i giovani capiscono quanto sia importante oggi dichiararsi nell’ambiente professionale anche in fase di formazione. Il nostro studente vincitore l’anno scorso ha trovato lavoro durante la cerimonia! Nel 2019, abbiamo accettato 47 domande da parte degli studenti per il concorso. La giuria ha avuto una scelta difficile.

– Prevedete di espandere la partecipazione internazionale al concorso “Golden Trezzini”?

– Abbiamo già annunciato che il Terzo Concorso Golden Trezzini, che si terrà nel 2020, otterrà lo status internazionale con il sostegno del Ministero degli Esteri russo a San Pietroburgo. È particolarmente simbolico che i confini per i nominati Golden Trezzini si apriranno nel 2020, quando sarà ampiamente celebrato il 350 ° anniversario della nascita di Domenico Trezzini, europeo che divenne il primo architetto della capitale di Pietro il  Grande e dell’Impero russo. Sono sicuro che la statuina dorata di Domenico Trezzini, che simbolizza la convergenza delle scuole di architettura europee e russe, può e dovrebbe diventare un autorevole riconoscimento professionale per il quale gli architetti di tutto il mondo combatteranno.

– Come piacerebbe a Lei vedere il futuro del concorso?

– International Architectural Oscar! Niente di più, ma niente di meno!

– E il futuro architettonico di San Pietroburgo e della Russia?

– La chiave per il futuro architettonico di San Pietroburgo è la conservazione del suo passato architettonico. Non presumo di parlare per tutta la Russia.

Gulia Ilina, San Pietroburgo

Оригинал публикации: http://press.russianews.it/press/domenico-trezzini-ticino-san-pietroburgo/

Интервью на русском языке: Russianews.it https://tinyurl.com/uf62bom

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